Taranto in forte ritardo sui Giochi del Mediterraneo. L'ammissione di Sannicandro

Taranto in forte ritardo sui Giochi del Mediterraneo. L'ammissione di Sannicandro

Anche il direttore di Asset, l'ingegnere da sempre vicino a Michele Emiliano, dichiara ciò che non è più possibile (e conveniente) sottacere. La costruzione della piscina olimpionica e del nuovo stadio Erasmo Iacovone sono a rischio. Accumulati troppi ritardi. A Bari già si fregano le mani

 

Tutti sanno, ormai. Ma in pochi hanno il coraggio di dirlo. Di svelare il segreto di Pulcinella. Ci voleva il direttore del Comitato organizzatore dei XX Giochi del Mediterraneo per raccontare come stanno realmente le cose. L’altro giorno, in Commissione Bilancio a Bari, Ennio Sannicandro non ha utilizzato perifrasi: “Taranto è in forte ritardo per l’appuntamento del 2026”. Incalzato dai consiglieri regionali, l’ingegnere da sempre vicino a Michele Emiliano ha dovuto ammettere la situazione di stallo che attualmente si vive. E dare forma alle voci sempre più preoccupanti che, da alcune settimane, si rincorrono in città. I due impianti più rilevanti da regalare al capoluogo jonico, e per certi versi iconici, la piscina olimpionica e il nuovo stadio Erasmo Iacovone, sono a rischio. Il tempo per realizzarli non è più tantissimo. Anzi. La clessidra ha cominciato a svuotare i propri vasi comunicanti in senso contrario. Considerati i ricorsi ai tribunali amministrativi che fioccano nel nostro Paese ad ogni assegnazione di lavori pubblici, ad ogni appalto dagli importi rilevanti, il 2026 è una data maledettamente troppo vicina per dormire sonni tranquilli. A Bari si fregano le mani. E guardano con divertito interesse i tormenti di Taranto. Le sue contraddizioni. L’autonomia non rivendicata. La subalternità vissuta come una sorta di seconda pelle. I Giochi alla fine devono comunque tenersi. E se Taranto dovesse marcare visita, che problema c’è? Basta spostarsi di mare. Circumnavigare lo Ionio e, dopo Leuca, risalire l’Adriatico. Levantini loro. Rincoglioniti noi