Il futuro non (si) chiude

Il futuro non (si) chiude

Sul Lungomare in corso il sit in dei commercianti e dei settori colpiti dalle misure anti contagio

 

Il Paese non regge e dopo più di un anno dall’inizio della pandemia responsabile di aver fatto collassare i sistemi economici, si inasprisce la protesta di chi è costretto da tempo a vedere chiuse le proprie attività. In tutta Italia la rabbia dei commercianti e degli operatori dei settori colpiti dalle misure anti contagio sfocia violentemente con scontri con la polizia davanti a Montecitorio, blocco di strade e autostrade.

Anche a Taranto i commercianti ionici, su iniziativa di Confcommercio, hanno organizzato quest’oggi un sit in di protesta sulla rotonda del Lungomare. “Il futuro non (si) chiude”. Questo il grido di allarme delle imprese del terziario. L’obiettivo sensibilizzare il governo affinché agisca con misure utili alla ripresa. La volontà è infatti ripartire in sicurezza.  

"Un appello che le imprese affideranno ai loro rappresentanti - spiega una nota da Confcommercio - con il compito di testimoniare l’urgenza, condivisa da tutte le categorie associate di consentire (nel rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza) la ripartenza delle attività e di prevedere indennizzi e sostegni adeguati alle perdite".