Ex Ilva, l'indotto replica a Confindustria: ''I giochi di potere non ci interessano''

Ex Ilva, l'indotto replica a Confindustria: ''I giochi di potere non ci interessano''

Le aziende dell'indotto dello stabilimento siderurgico tarantino rivendicano la presa di distanza dallo sciopero indetto dalle sigle sindacali: ''Crediamo sia lecito chiedere una fabbrica ambientalizzata e nella quale possa prodursi con principi green. Vogliamo seguire la strada che il governo ha tracciato''

 

A seguito delle reazioni scaturite dalla presa di distanza dell'indotto dell'ex Ilva di Taranto rispetto allo sciopero proclamato dalle sigle sindacali, le medesime aziende hanno deciso di replicare con un altro comunicato, che riportiamo di seguito integralmente.

"Restiamo basiti da polemiche e critiche che riteniamo sbagliate nel merito e nel metodo. Rivolte ad imprenditori ed imprenditrici apartitici e apolitici che rivendicano semplicemente i loro diritti.

Accusati, solo e solamente, per aver dichiarato di non condividere modi e tempi di uno sciopero che rischia di aggravare il collasso e le indeterminatezze del sistema produttivo locale. Sono 221 le imprese tarantine che costituiscono l’indotto di Taranto, imprese che sono associate a Confindustria, a Confapi e tante altre che non sono iscritte ad alcuna associazione.

Abbiamo chiesto di sederci ai tavoli istituzionali per vedere risolti i nostri atavici problemi. Ci chiediamo dove fossero, nel 2015, tutti coloro i quali oggi parlano e straparlano? Cosa dichiaravano, lorsignori, quando le imprese dell'indotto perdevano crediti pari ad un valore di 150 milioni di euro.

Non siamo noi ad aver polemizzato con la Confindustria jonica. E non accettiamo le dichiarazioni poste dal presidente di Confindustria che nonostante sappia bene la situazione critica l’azione di liberi imprenditori. Né tantomeno era intenzione di iniziare una polemica politica.

Crediamo sia lecito chiedere una fabbrica ambientalizzata e nella quale possa prodursi con principi green. Vogliamo seguire la strada che il governo ha tracciato.

Le nostre realtà, le oltre 50 che hanno sottoscritto il nostro documento, contano su più di 2500 dipendenti. E sono aziende iscritte a diverse associazioni e non solo a Confindustria Jonica. A noi non interessa partecipare a giochi di potere.

L'unico nostro proposito è quello di poter continuare a lavorare. Le imprese. I lavoratori. Le loro famiglie. Principio, quello del diritto al lavoro, che trova conferma nella nostra Carta costituzionale. Non abbiamo verità in tasca da poter offrire ai nostri interlocutori, ma siamo pronti al confronto costruttivo. Sempre. Con chiunque. Con l'unico discrimine che, lo stesso, possa realizzarsi su un piano di eguale dignità."